martedì 18 agosto 2020

L'isola dell'abbandono


Recensione scritta da me: Valentina

Titolo: L'isola dell'abbandono

Autore: Chiara Gamberale

Casa editrice: Feltrinelli

Partendo dal mito di Arianna e Teseo, Chiara Gamberale ambienta una tragica storia d'amore e di abbandono, ma anche una rinascita e scoperta di sé, proprio sull'isola di Naxos, dove si racconta che Teseo abbandonò la sua amata. Così come del mito esistono diverse versioni e forse una parte è anche andata perduta, facendone perdere il senso originario, così il viaggio di Arianna, la protagonista del romanzo è un viaggio di perdita, un tentativo estremo di salvare una storia d'amore distruttiva ormai morta, un viaggio in cui scoprire parti nascoste di se stessa, come la capacità di esistere anche nella felicità e non solo nel vuoto e nell'abbandono.  
E' un racconto molto introspettivo, quasi un intero romanzo scritto a modo di "flusso di coscienza", nonostante Arianna parli ed interagisca con altri esseri umani. In fondo è il suo percorso attraverso un passato con cui cerca un equilibrio, attraverso un presente ed un futuro che la spaventano e la fanno sentire ancora una volta non all'altezza. Perché è così anche nella vita reale: la ferita dell'abbandono è una delle ferite psicologiche più difficili da guarire e da accettare, anche attraverso anni di psicoterapia. E' una ferita ancestrale, che ha a che fare con il nostro stesso senso di esistere, che spesso si identifica proprio in quel vuoto e in quel dolore. Esisto perché sto male, esisto finché riuscirò a sentirmi utile nel tentativo di salvare le persone che mi hanno provocato quella ferita, che in fondo me la provocano perché loro stessi ne sono vittime; esisterò fino a che starò male. Arianna ha sempre vissuto così la sua storia con Stefano, un continuo abbandono e ritorno e, tanta era la pace nel momento del ritorno, quanta la pienezza nel sentirsi utile ed amata nel momento dell'abbandono. Perché Stefano andava salvato, ma come ognuno di noi, avrebbe dovuto farlo da solo, per riuscirci davvero.
Nel momento del vero abbandono sull'isola Arianna si ritrova a fare i conti con un sentimento nuovo: la pienezza nella felicità, nel lasciarsi andare, nel non voler sempre controllare tutto e si innamora davvero, forse per la prima volta anche di se stessa. La vita però non smette mai di scompigliare le carte, e fino a che un'esperienza non è vissuta pienamente e superata o, in altri termini, finché non abbiamo imparato quello che dovevamo imparare da quella esperienza, ti ripropone ancora, e ancora una volta, lo stesso specchio in cui guardarti e affrontarti. Così attraverso l'abbandono definitivo ci sarà il momento in cui toccare veramente il fondo, che altro non è che l'inizio della risalita, per quanto difficile sia da capire nel momento stesso in cui ci siamo in mezzo. E infine attraverso una delle sensazioni più inspiegabili della vita stessa, la pienezza della gravidanza e il vuoto/pieno del parto e della successiva esistenza di due nuove creature, una madre ed un figlio, Arianna rianalizzerà tutto il suo passato per capire di aver fatto un viaggio, dall'isola dell'abbandono alla terra ferma, dal bisogno di tenere sempre in mano quel filo per ritrovare la strada di casa, al capire che la strada a volte si trova proprio lasciando andare il filo stesso e abbandonandosi alla vita stessa, che non è né bella né brutta, è vita.
Avevo già letto di Chiara Gamberale "Per dieci minuti" (2013) che mi era piaciuto molto, ma questo ultimo libro ha toccato un tema a me molto presente, in un momento della mia vita in cui sono abbastanza pronta ad affrontarlo in termini adulti e a non aver più voglia di tornare a ritroso lungo il filo per salvarmi, ma a lasciare il filo nell'isola dell'abbandono e a partire per mari nuovi con vele nuove e con l'equipaggio che mi sono scelta.
(Dedicato a Maria Cristina S., che con me ha battuto ogni angolo più remoto della mia Naxos. Grazie!)

venerdì 29 maggio 2020

L'amica geniale - volume 1

A sinistra la copertina con le immagini della serie televisiva

Recensione scritta da me: Valentina

Titolo: L'amica geniale - volume primo

Autore: Elena Ferrante

Casa editrice: edizioni e/o

Sì sì, ci sono arrivata anche io. Ebbene sì, incuriosita dalla serie tv, mi sono ripromessa di non guardarla prima di aver letto tutti i libri della serie. Amo moltissimo fare i confronti tra un libro e la sua trasposizione cinematografica o televisiva, ma è un'operazione che mi riesce solo in un senso. Se guardo prima il film o la serie tv, perdo completamente l'entusiasmo della lettura. Così in  questa lunghissima quarantena, che per me è stata tutt'altro che vuota e con tempo libero, non avendo mai smesso di lavorare (per mia fortuna) e dovendo gestire una figlia alla medie e un figlio alle elementari con l'ormai celeberrima DAD (didattica a distanza), che noi genitori abbiamo profondamente subito insieme ai nostri ragazzi, ho iniziato la serie dell' "Amica geniale" di Elena Ferrante.
Una richiesta, prima di darvi il mio umile pensiero: niente spoiler please! Vado piano ma arrivo fino in fondo.
Misteri sull'identità dell'autrice a parte, ormai superati e francamente poco interessanti, devo ammettere che il primo libro mi è piaciuto moltissimo. Ho fatto un po' di fatica ad ingranare la lettura, perché trovo la scrittura della Ferrante, talmente densa e particolareggiata da risultare inizialmente un po' lenta. Ma superato il primo ostacolo, ho amato proprio questo tipo di scrittura, capace di rendere così vividi i personaggi da amarli/odiarli come se fossero in carne ed ossa.
La storia è ambientata in un rione popolare della Napoli degli anni 50 e le protagoniste sono due bambine, Elena Greco e Lina Cerullo, insieme a tutto il coro dei personaggi, per così dire minori, famigliari, amici e abitanti del rione. Il primo libro parte dall'infanzia delle bambine, dall'inizio della loro amicizia e segue la loro crescita fino ai sedici anni. Si infila nella cruna dell'ago di un'amicizia nascente, esplora i sentimenti altalenanti di Elena nei confronti dell'amica e di se stessa, le varie sfaccettature del suo animo nelle diverse età: dai giochi con le bambole, alla scuola, ai primi approcci con i ragazzi. La Ferrante è capace di farti vivere le emozioni di Elena, belle o brutte che siano, di farti sentire e provare l'ambiguità di certi sentimenti di fronte ad eventi forti (di cui non voglio togliervi il gusto della scoperta), di dirti attraverso il loro racconto che la vita non è bianca o nera, ma un arcobaleno di colori o un'infinita scala di grigi.

"Non ho nostalgia della nostra infanzia, è piena di violenza. Ci succedeva di tutto, in casa e fuori, ogni giorno, ma non ricordo di aver mai pensato che la vita che c'era capitata fosse particolarmente brutta. La vita era così e basta [...]."

La realtà che ruota intorno alle due bambine è piena di personaggi potenti, drammatici, anche se alcuni appena accennati ed altri più in primo piano, che riescono a rendere bene il quadro di un quartiere povero, le dinamiche delle differenze sociali, delle idee politiche, di un mondo sommerso di violenza e criminalità e delle loro influenze sulla vita delle ragazze.
E' un libro che ti fa venire voglia di leggere il seguito e di sapere cosa succederà e questa è la potenza e il miglior complimento che si possa fare ad una storia ben raccontata.

domenica 19 aprile 2020

L'abbiamo fatta bene questa Quarantena? 40 punti per verificarlo

Permettetemi una riflessione semi seria su questo strano, assurdo, inimmaginabile (almeno per me) periodo in cui detta legge un virus che è pure coronato.
Ma l'hai fatta davvero bene questa quarantena? Ecco 40 punti per ragionarci e riderci anche un po' sopra.

Perché pare che tu l'abbia fatta bene solamente:

1) se hai innanzitutto rispettato le regole e le leggi imposte dallo Stato, Regione e Comune, perché così si fa e basta! Per tutelare te stesso, i tuoi cari e anche le persone che ti stanno sulle balle, perché se muoiono loro, non hai poi mica più scuse per incazzarti o mandare a quel paese qualcuno nel mondo;
2) se ti sei preoccupato per la tua salute e quella dei tuoi cari, provandoti la febbre mille volte alla settimana, facendo le prove del respiro trattenuto per almeno 10 secondi, agitandoti per quel pizzicorino in fondo alla gola, che non se ne andava per giorni, preso integratori di vitamina A, B, C, D... E... chi più ne ha più ne metta; obbligato mariti, genitori e figli a fare altrettanto;
3) se non sei impazzito nel cercare di comprare mascherine di qualunque genere  e soprattutto ovunque: dalle farmacie di tutta la città, ad Amazon, a siti dalla dubbia moralità, che se ne sono approfittati, come sempre succede in momenti di emergenza. Se in alternativa non hai usato sciarpe a febbraio e foulard a fine marzo, guanti di lattine, nitrile, quelli per lavare i piatti e perché no le moffette da sci;
4) se non hai cercato di accaparrarti gli ultimi barattolini di gel per disinfettarti le mani, non hai seguito i mille siti che hanno pubblicato la ricetta per fartelo in casa, e cercato di reperire anche la glicerina, i contenitori e soprattutto l'alcool per dolci a 96%, che sembrava che tutti quest'anno facessero il nocino a febbraio invece che a giugno. 
5) se non hai almeno una volta pensato di chiamare un'impresa per sanificare casa, il posto di lavoro e magari anche tuo marito, il cane, i figli e i gatti. Se non hai lavato la spesa portata a casa dal supermercato, le suole delle scarpe e almeno 1000 volte i pavimenti, i vestiti usati per andare nel mondo esterno, per non parlare ovviamente delle nostre povere mani, che ormai sembrano tutte quelle di una megera di 125 anni;
6) se non hai assaltato, almeno all'inizio della pandemia, i supermercati, tentato di fare quante più spese online fosse possibile, da tutte le catene di supermercati che offrono questa possibilità. Se non sei stato sveglio almeno una volta fino a mezzanotte, sperando che attivassero il successivo slot di spese per il giorno che ti serviva, senza poi quasi mai riuscire ad ottenere nulla se non per grazia divina;
7) se non ti sei procurato chili di farina e lievito di birra (sempre che tu l'abbia trovato), che nemmeno tutti i panifici della tua città ne avevano una scorta simile; e migliaia di rotoli di carta igienica, perché dopo tutti quei lievitati qualche problemino di intestino in effetti poteva esserci;
8) se di conseguenza non hai almeno fatto una volta in questi giorni la pizza in casa, postandone foto sui social o su tutte le tue chat, come se la pizza del tuo pizzaiolo da asporto preferito non fosse nemmeno più degna di essere considerata;
9) se non hai collezionato in un bel raccoglitore, per futura trasmissione ai posteri, le decine di autocertificazioni che cambiavano ogni due giorni, nonché i decreti che uscivano nemmeno fossero i numeri del lotto;
10) se non hai scherzato sul nostro Presidente Conte, quasi diventato un sex symbol, e su tutte le battute che hanno cominciato a girare su di lui e su politici vari, pensando magari ogni tanto che ci vogliono comunque delle belle spalle per trovarsi a governare uno stato in questi pazzi e surreali giorni che stiamo vivendo;
11) se non ti sei arrabbiato una, cento, mille volte, con i giornalisti e i politici di questo amato e odiato Paese, che hanno fatto della disinformazione e della mala informazione il nostro pane quotidiano, facendoci capire quanto l'uso delle parole e della comunicazione sia vitale sempre e soprattutto in momenti di crisi e di emergenza;
12) se non hai provato almeno qualche giorno di smart working (in pigiama, dì la verità), le conference call in giacca e mutande, esaurito le ferie dell'anno precedente o non sei finito invece con il culo per terra e sei terrorizzato al pensiero del tuo futuro;
13) se invece hai continuato a lavorare, perché il tuo è un servizio essenziale, e magari non sei un eroe, ma hai avuto paura ad uscire, ad incontrare persone senza dispositivi di protezione, che non si trovavano o non ti venivano forniti, ma sei andato avanti, perché si fa così e perché lo stipendio di fine mese ti serve per sopravvivere;
14) se non sei un esercizio commerciale, o una partita iva, che si è trovato in vera difficoltà economica o in vero panico per il proprio futuro, ma si è rimboccato le maniche e ha trovato il modo di resistere, stringendo i denti, inventandosi soluzioni alternative, sperando che il lavoro svolto in tutti questi anni fosse ripagato dalla fedeltà dei propri clienti;
15) se non sei impazzito nella gestione dei tuoi figli, che improvvisamente da esseri più impegnati del manager di più alto prestigio, si sono ritrovati, bambini e ragazzi abbandonati a se stessi, senza più scuola, amici, ore all'aria aperta, sport, lezioni di musica e lingue straniere. Con tanto tempo per annoiarsi, o essere lasciati davanti a televisori e videogiochi, perché i genitori dovevano sopravvivere;
16) se non hai ringraziato allora, per l'impegno che le insegnanti hanno messo nel tentare e nell'inventarsi un nuovo modo di fare scuola, che non è l'ideale, non è perfetto, ti crea un sacco di problemi e di costi, che non tutti possono permettersi, ma almeno tiene i bambini legati ad un'idea di normalità, che di normale non ha nulla, ma che permette loro di ridere insieme con i loro compagni, anche se a distanza, e di darsi un compito, una regola, una routine, che ti salva da questo nulla che angoscia noi grandi che abbiamo più strumenti, figuriamoci loro;
17) se non hai fatto almeno 100.000 chiamate alla tua famiglia lontano 1000 km o anche solo 13, che tanto in questo momento è uguale; sognato di abbracciarli, di stringerli, magari di abbandonarti ad un pianto sulle loro spalle, anche se di anni ne hai più di 40, perché hai avuto paura, per loro, per te, per tutto, e perché a qualunque età e qualunque sia il rapporto facile o difficile che hai con loro, ti mancano da morire;
18) se quelle 100.000 chiamate non le hai fatte anche con le tue migliori amiche, su Skype o whatsapp, organizzando aperitivi, fingendo un'apparente normalità con l'angoscia dell'assenza fisica, ma sentendo che in fondo le amicizie vere ci sono sempre e comunque, e chiudendo quelle video chiamate con un sorriso in più, che ti permetteva di terminare la giornata andando a letto più serenamente;
19) se non hai letto tutti i libri che avevi in casa accumulati per periodi di tempo libero, che pensavi non sarebbe mai arrivato, e non ne hai pure ordinati altri online, che forse è stata una delle cose migliori per ossigenare il nostro cervello;
20) se non ti sei improvvisato esperto di Yoga o meditazione, non hai seguito qualche Guru del mestiere o non ti sei allenato con una palestra improvvisata in casa, sperando di smaltire i 100 kg accumulati con tutto quel pane e quella pizza fatti in casa e di "tenere botta" psicologicamente; 
21) se non hai pensato che fosse il momento giusto per tirare fuori dal cassetto qualche vecchio hobby dimenticato e non hai permesso alla tua creatività di farsi strada, nel vuoto lasciato dai mille impegni quotidiani;
22) se non ti sei fatto almeno una volta la tinta in casa per poter coprire i capelli bianchi, tagliato i capelli a figli e mariti, con risultati a dir poco imbarazzanti (per loro) e capito quanto vuoi bene alla tua parrucchiera ed estetista;
23) se non hai cercato di sdrammatizzare nelle varie chat di classe, di amiche e di famiglia i momenti più bui con battute e scherzi, che si sono moltiplicati su internet in questo periodo;
24) se non hai seguito o fatto almeno una diretta su Instagram a seconda del ruolo che hai (utente o influencer), che poi alla fine non si sa più che cosa dire e che cosa fare, ma se non le fai o non le segui, non sei al passo con il tempo della quarantena;
25) se non hai partecipato almeno una volta ad iniziative lanciate per farci sentire più uniti e speranzosi: musica dal balcone (Inno di Mameli in primis), cartelli "andrà tutto bene" (che dopo un po' ti veniva da fare gli scongiuri), applausi in cui ti trovavi da solo alla finestra a battere le mani con qualche vecchietto, che ti guardava stranito: in fondo dipende moto dal quartiere in cui vivi, dalla sua età media e da quanto qualcuno invece voleva non pensare ogni cinque minuti a queste iniziative che facevano pensare, riflettere e commuovere a volte troppo;
26) se non hai creduto almeno per cinque minuti ad una delle varie tesi complottiste, che si sono susseguite in questi giorni su internet;
27) se non hai seguito tutti i giorni i dati alle 18:00 davanti alla televisione, sperando che quelle maledette curve andassero giù;
28) se non hai ammirato la nostra Madre Terra che, libera di noi, mentre migliaia di essere umani non riuscivano più a respirare, lei ha cominciato ad ossigenersi e a rallentare il suo battito cardiaco quasi con un sospiro di sollievo; gli animali si sono ripresi le strade, le città, i mari e prati e sembrano volerci dire, che non hanno poi così bisogno di noi, anzi, e che forse questo ci dovrebbe far riflettere, ma tanto;
29) se non hai inveito contro errori madornali, che non hanno portato a piccole conseguenze, ma a migliaia di morti, sempre e solo per questioni di potere, immagine, soldi e politica;
30) se non hai pregato a modo tuo, rivolgendoti a chiunque per te ci sia (se c'è nel tuo cuore), ascoltato le parole del Papa, guardato quella piazza davanti a San Pietro, vuota sotta la pioggia alla sera, con un cuore gonfio di lacrime e speranza allo stesso tempo;
31) se non hai avuto paura, non hai pianto, sospirato, nascosto le lacrime e le paure ai tuoi bambini o ai tuoi famigliari davanti a notizie terribili, ad immagini che hanno superato ogni più orribile fantasia, davanti a realtà che sono state davvero strazianti;
32) se non hai chiesto aiuto, a qualcuno che ha messo il suo tempo a disposizione per te, per il tuo benessere psicologico, per poterti permettere di adattarti a questa fase e di superarla, pronto a ripartire più grintoso che mai;
33) se non hai pensato almeno una volta di comprare un cane o di essere più bravo nella raccolta differenziata, solo per aver un motivo in più per uscire pochi minuti in più in queste giornate di sole di primavera;
34) se non hai fatto promesse che non potrai mantenere, come quella di non lamentarsi mai più del tuo lavoro o dei troppi impegni quotidiani, purché tutto tornasse alla normalità nel più breve tempo possibile;
35) se non hai eliminato qualche amico da Facebook o da altri social, perché hai capito cosa sono le cose davvero importanti per te le persone che vuoi davvero frequentare e seguire, nella vita vera come in quella virtuale;
36) se non hai cominciato a seguire almeno un divulgatore scientifico sui social, a leggere di virologia, immunologia tanto che nemmeno Piero Angela ora ne sa quanto te;
37) se non hai fatto almeno una donazione a qualche raccolta fondi per enti benefici, per gli ospedali, per aiutare, perché ti sentivi impotente di fronte a questa grande tragedia e almeno quello ti faceva sentire utile;
38) se non hai avuto o hai voglia di uno, cento mille abbracci, di quelli lunghi almeno 30 secondi e stretti stretti che non ti lasciano respirare;
39) se non hai sperato che da questa situazione ne usciremo diversi, cambiati, migliorati;
40) se non hai capito che sarà così solo per chi già aveva in sé il seme del cambiamento e la voglia di farlo germogliare e che ha colto questa occasione per riflettere, sui grandi temi esistenziali, sulla sua vita e sul suo futuro. Ma che anche questo, pur sembrando poco, sarà sufficiente per creare un'onda di cambiamento che influenzerà sempre più persone.
Vi voglio bene!

sabato 18 aprile 2020

"Alice di sogno in sogno"



Ecco il primo libro, con un breve commento scritto da Ginevra: anni 12.

Titolo: "Alice di sogno in sogno"   

Autore: Giulio Macaione e Giulia Adragna  

Casa Editrice: Bao publishing  

Genere letterario: Graphic novel

Trama:

Alice ha 15 anni quando torna a vivere nella sua città natale, dopo la perdita del lavoro da parte del padre. 
E' una ragazza particolare: vive i sogni di chi le dorme accanto, e se pensate che sia bello, beh, vi sbagliate. 
Un giorno, questo potere la porterà a scoprire un segreto a lungo a celato, che le farà vivere una strana e spaventosa avventura.

Consiglio caldamente di leggere questo libro, perchè la storia è molto avvincente, e per i bellissimi disegni realizzati da Giulia Adragna. 


P.S.

E' piaciuto molto anche a me, che di anni ne ho un bel po' di più, e che sono cresciuta a Peanuts e Topolino. 

Valentina

mercoledì 15 aprile 2020


Inaugura oggi, in uno dei più surreali e spaventosi periodi, che la nostra generazione abbia mai vissuto, una nuova rubrica: "I Libri secondo noi".
Cosa ci troverete?
Piccole recensioni, senza alcuna pretesa di aspirare ai livelli dell'inarrivabile Tegamini o di Zelda was a writer, due tra le migliori narratrici digitali, dei libri che abbiamo letto e ci sono piaciuti, o di cui abbiamo voglia di parlarvi, perché ci hanno colpito in modo particolare.
Il "noi" è attualmente formato dai magnifici quattro che avete sempre trovato nel blog: io, la mamma Valentina, Alessandro il papà, Ginevra la primogenita ballerina - lettrice, Giacomo il supereroe, ora patito di videogiochi e di tennis, ma anche discreto lettore. La novità è che non sarò solo io a scrivere i post del blog, ma ogni recensione sarà scritta da ognuno di noi, a modo nostro, con linguaggio e stile proprio di ogni età e gusto letterario. Non è escluso che alla banda ristretta, si aggiungano successivamente ospiti speciali che di volta in volta vi presenterò.
Perché la cucina è il cuore della casa e non solo per cucinare e  mangiare, ma anche per scambiarsi i racconti della giornata, le cose fatte, quello che ci è piaciuto e quello che non vorremmo invece più ricordare. Io ho sempre letto in qualunque luogo della casa, ma spesso e volentieri, mi ritrovavo seduta proprio in cucina, sullo sgabello impagliato di mio papà, con un crostino di pane in mano e un fumetto dei Peanuts rubato dalla camera dei miei genitori. Crescendo il crostino si è trasformato in un biscotto al cioccolato e i libri sono diventati i romanzi di Jerome e Wodehouse dalla libreria di mia mamma, in una tazza di tè fumante e Jane Austen e le sorelle Bronte hanno accompagnato gli anni del liceo. Qualsiasi cosa ci fosse in frigorifero o in dispensa erano invece ottime scuse per interrompere lo studio di un noioso o troppo impegnativo testo universitario.
La mia casa attuale ha un'unica stanza salotto - cucina e pertanto siamo tutti ancora qui a leggere e mangiare, passando dai "bibbi" di una Ginevra di circa un anno e mezzo, alla mia raccolta di splendidi e patinati libri di cucina, ai libri d'arte e architettura di Alessandro, ai Nicolàs e Greg amici di Giacomo, che si cimenta anche con i primi libri d'avventura come "Viaggio al centro della Terra".
Spero che questa piccola novità vi piaccia e possa essere uno spunto per scoprire nuove letture o per raccontarci insieme le impressioni su quelle che già avete affrontato.
Potrei concludere con tanti # che rimarranno nella storia di questo strano 2020, #iorestoacasa, #andràtuttobene, ecc... ma la verità è che vorrei che in quei cinque minuti di lettura di queste piccole opinioni poteste non pensare a nulla, se non ad una cosa bella, perché di questo abbiamo bisogno e di bei pensieri, belle parole e belle azioni dobbiamo inondare il mondo.
Buona lettura a voi!

P.S.
Ringrazio per la partecipazione Willy, il nostro gatto 20enne, che si è avvicinato perché interessato al muffin che avevo in mano. Artù il giovane felino ha invece pensato che non era il caso di partecipare a questa "pantomima" ma di approfittare della distrazione di tutti per andare a mangiare dalla ciotola del parente acquisito più anziano.

martedì 26 febbraio 2019

La magia della luce nei profumi delle candele di Cera una bolla



Cera una bolla


Qualche tempo fa ho trasformato una favola, un sogno di bambina in realtà. 
Quando ero piccola immaginavo sempre di entrare nella televisione e di poter giocare con i personaggi dei miei cartoni preferiti. Oggi, da adulti, certe cose sono cambiate sotto molti aspetti, ma rimangono simili sotto altri e permane un mondo infantile che sarebbe un peccato perdere. Siamo completamente rapiti dal mondo di Instagram, che ha in buona parte sostituito il fascino della tv: su Instagram si creano personaggi, icone, si fanno affari, si promuove la propria attività, si scrivono e si dicono anche tante sciocchezze, ma a ben guardare anche tante cose belle. In questo periodo della mia vita sono affascinata dalle persone che sanno realizzare qualcosa con le loro mani, che hanno un sogno e lo trasformano in realtà, che hanno il coraggio di lanciarsi in un'attività e in un lavoro che i nostri genitori non avrebbero forse capito. Forse perché in parte è anche un sogno mio, perché mi piace lavorare con le mani, produrre cose, lasciare andare a ruota libera la mia parte creativa o forse perché, scegliendo bene, ci sono davvero delle belle realtà e delle belle persone.
Due di queste sono a mio parere Marika e Sara di Cera una bolla (su Instagram @cera_una_bolla e su internet si trovano in un sito appena rinnovato dotato anche di e -shop www.ceraunabolla.com), rigorosamente senza apostrofo per un profumato gioco di parole; ed io ho potuto entrare nel mondo virtuale di Instagram e conoscerle personalmente andandole a trovare nel loro Labollatorio. E' stata una bellissima mattina, che posso raccontarvi solamente ora perché, oltre a fare scorta di candele per almeno sei mesi, ne ho approfittato per acquistare alcuni regali per persone speciali, che non potevano certo leggere qui sul blog quale fosse il loro dono prima del tempo stabilito.
Marika e Sara, compagne nella vita e nel lavoro, mi hanno accolto con affetto, come se ci conoscessimo da anni: abbiamo condiviso qualche ora insieme ad una fetta di torta e una tazza di caffè, a qualche chiacchiera sul mondo virtuale, che tanto frequentiamo e sui vari personaggi che lo popolano, e mi sono trovata subito in sintonia con le loro idee e il loro modo di pensare. Sono persone semplici, ma determinate, che hanno il sogno di "rendere il mondo un posto migliore profumandolo". Trasmettono passione e amore per quello che fanno e per la loro vita e questo si percepisce anche dalle loro creazioni.

Ho ovviamente conosciuto anche "i tre moschettieri", tre fantastici cagnolotti, che dividono con loro casa e giardino e che loro fanno parlare con divertentissime scenette nelle stories di Instagram: non si offendano Modì e Spazzola, ma io sono da sempre innamorata di Frida!
Nel loro Labollatorio le ragazze producono candele in cera di soia, profumatori per ambienti, incensi naturali e oggetti per la decorazione della casa in eco cemento e legno. Io avevo già provato tramite l'acquisto nel loro negozio online alcuni loro prodotti, ma quella mattina ho avuto l'occasione, che spesso si può avere nei mercatini ai quali partecipano, di annusare tutte le loro essenze e di essere anche un po' guidata nella scelta di quelle che sono poi diventate le mie preferite.
Di seguito qualche foto e qualche impressione, puramente personale, un po' alla madeleine de Proust, dei profumi che più mi hanno conquistato.

mercoledì 13 febbraio 2019

San Valentino...dobbiamo sempre polemizzare su tutto?


Si può cominciare un post con “Uffa, che noia!”

Uffa che noia la gente che per partito preso fa polemica su tutto! Adesso, come ogni anno tocca a San Valentino.

“È una festa inventata!” (mia nonna aggiungerebbe dagli Americani)
- Ok e allora? Non possiamo avere una festa in più?

“Bisognerebbe ricordarsi dell’amore tutto l’anno e non solo perché c’e San Valentino!”
- D’accordissimo ma allora che fastidio vi dà un giorno specifico che ci ricorda quello che in fondo è il motore del mondo, ossia l’amore? 


Nessuno è obbligato a festeggiare nulla, a spendere soldi in regali, che comunque fanno sempre piacere, o in costose cene a base di cibi afrodisiaci. Ma diciamocelo francamente: tutti in fondo al nostro essere più profondo siamo alla ricerca di un compagno o di una compagna, sia esso umano, felino, canino, siano i nostri figli, le nostre migliori amiche o perché no, i nostri genitori o i nostri fratelli e sorelle. 
Perché? Perché essere amati ed amare fa bene a tutti, al corpo, allo spirito e alla mente. Amare fa produrre endorfine e serotonina che sono la base chimica della felicità. E siamo forse al mondo per piangere e soffrire? E allora basta!!! 
Declinatevi questa festa a modo vostro, ignoratela il 14 febbraio e ripetetela tutti gli altri giorni dell’anno (vi voglio poi vedere all'opera poi, cari i miei sostenitori di questa tesi...), ma cogliete l’importanza del messaggio! L’amore è quello che conta! Spargiamolo nel mondo al posto di sentimenti cinici, che fanno tanto ridere, razzisti, che vanno tanto di moda, o polemici che rompono tanto a tutti. Rendiamo il mondo un posto migliore, come quello dove sognate di trovarvi quando siete immersi nel lavoro fino al collo e sognate solamente di evadere

E per non essere tacciata di provocare a qualcuno il diabete vi ho messo la foto del mio Artù, giovane felino che amo follemente, nonostante abbia un marito dal quale mi aspetto almeno una confezione di cioccolatini: perchè che mi ama, lo so tutti i giorni, lo vedo dai suoi occhi, da tutte le piccole e grandi cose che fa per me quotidianamente, da come mi cerca, mi stringe o mi bacia, ma io alla cioccolata non resisto, ai regali nemmeno e....domani è pure il mio onomastico!
Baci a tutti! 
E BUON SAN VALENTINO...brontoloni!