Permettetemi una riflessione semi seria su questo strano, assurdo, inimmaginabile (almeno per me) periodo in cui detta legge un virus che è pure coronato.
Ma l'hai fatta davvero bene questa quarantena? Ecco 40 punti per ragionarci e riderci anche un po' sopra.
Perché pare che tu l'abbia fatta bene solamente:
1) se hai innanzitutto rispettato le regole e le leggi imposte dallo Stato, Regione e Comune, perché così si fa e basta! Per tutelare te stesso, i tuoi cari e anche le persone che ti stanno sulle balle, perché se muoiono loro, non hai poi mica più scuse per incazzarti o mandare a quel paese qualcuno nel mondo;
2) se ti sei preoccupato per la tua salute e quella dei tuoi cari, provandoti la febbre mille volte alla settimana, facendo le prove del respiro trattenuto per almeno 10 secondi, agitandoti per quel pizzicorino in fondo alla gola, che non se ne andava per giorni, preso integratori di vitamina A, B, C, D... E... chi più ne ha più ne metta; obbligato mariti, genitori e figli a fare altrettanto;
3) se non sei impazzito nel cercare di comprare mascherine di qualunque genere e soprattutto ovunque: dalle farmacie di tutta la città, ad Amazon, a siti dalla dubbia moralità, che se ne sono approfittati, come sempre succede in momenti di emergenza. Se in alternativa non hai usato sciarpe a febbraio e foulard a fine marzo, guanti di lattine, nitrile, quelli per lavare i piatti e perché no le moffette da sci;
4) se non hai cercato di accaparrarti gli ultimi barattolini di gel per disinfettarti le mani, non hai seguito i mille siti che hanno pubblicato la ricetta per fartelo in casa, e cercato di reperire anche la glicerina, i contenitori e soprattutto l'alcool per dolci a 96%, che sembrava che tutti quest'anno facessero il nocino a febbraio invece che a giugno.
5) se non hai almeno una volta pensato di chiamare un'impresa per sanificare casa, il posto di lavoro e magari anche tuo marito, il cane, i figli e i gatti. Se non hai lavato la spesa portata a casa dal supermercato, le suole delle scarpe e almeno 1000 volte i pavimenti, i vestiti usati per andare nel mondo esterno, per non parlare ovviamente delle nostre povere mani, che ormai sembrano tutte quelle di una megera di 125 anni;
6) se non hai assaltato, almeno all'inizio della pandemia, i supermercati, tentato di fare quante più spese online fosse possibile, da tutte le catene di supermercati che offrono questa possibilità. Se non sei stato sveglio almeno una volta fino a mezzanotte, sperando che attivassero il successivo slot di spese per il giorno che ti serviva, senza poi quasi mai riuscire ad ottenere nulla se non per grazia divina;
7) se non ti sei procurato chili di farina e lievito di birra (sempre che tu l'abbia trovato), che nemmeno tutti i panifici della tua città ne avevano una scorta simile; e migliaia di rotoli di carta igienica, perché dopo tutti quei lievitati qualche problemino di intestino in effetti poteva esserci;
8) se di conseguenza non hai almeno fatto una volta in questi giorni la pizza in casa, postandone foto sui social o su tutte le tue chat, come se la pizza del tuo pizzaiolo da asporto preferito non fosse nemmeno più degna di essere considerata;
9) se non hai collezionato in un bel raccoglitore, per futura trasmissione ai posteri, le decine di autocertificazioni che cambiavano ogni due giorni, nonché i decreti che uscivano nemmeno fossero i numeri del lotto;
10) se non hai scherzato sul nostro Presidente Conte, quasi diventato un sex symbol, e su tutte le battute che hanno cominciato a girare su di lui e su politici vari, pensando magari ogni tanto che ci vogliono comunque delle belle spalle per trovarsi a governare uno stato in questi pazzi e surreali giorni che stiamo vivendo;
11) se non ti sei arrabbiato una, cento, mille volte, con i giornalisti e i politici di questo amato e odiato Paese, che hanno fatto della disinformazione e della mala informazione il nostro pane quotidiano, facendoci capire quanto l'uso delle parole e della comunicazione sia vitale sempre e soprattutto in momenti di crisi e di emergenza;
12) se non hai provato almeno qualche giorno di smart working (in pigiama, dì la verità), le conference call in giacca e mutande, esaurito le ferie dell'anno precedente o non sei finito invece con il culo per terra e sei terrorizzato al pensiero del tuo futuro;
13) se invece hai continuato a lavorare, perché il tuo è un servizio essenziale, e magari non sei un eroe, ma hai avuto paura ad uscire, ad incontrare persone senza dispositivi di protezione, che non si trovavano o non ti venivano forniti, ma sei andato avanti, perché si fa così e perché lo stipendio di fine mese ti serve per sopravvivere;
14) se non sei un esercizio commerciale, o una partita iva, che si è trovato in vera difficoltà economica o in vero panico per il proprio futuro, ma si è rimboccato le maniche e ha trovato il modo di resistere, stringendo i denti, inventandosi soluzioni alternative, sperando che il lavoro svolto in tutti questi anni fosse ripagato dalla fedeltà dei propri clienti;
15) se non sei impazzito nella gestione dei tuoi figli, che improvvisamente da esseri più impegnati del manager di più alto prestigio, si sono ritrovati, bambini e ragazzi abbandonati a se stessi, senza più scuola, amici, ore all'aria aperta, sport, lezioni di musica e lingue straniere. Con tanto tempo per annoiarsi, o essere lasciati davanti a televisori e videogiochi, perché i genitori dovevano sopravvivere;
16) se non hai ringraziato allora, per l'impegno che le insegnanti hanno messo nel tentare e nell'inventarsi un nuovo modo di fare scuola, che non è l'ideale, non è perfetto, ti crea un sacco di problemi e di costi, che non tutti possono permettersi, ma almeno tiene i bambini legati ad un'idea di normalità, che di normale non ha nulla, ma che permette loro di ridere insieme con i loro compagni, anche se a distanza, e di darsi un compito, una regola, una routine, che ti salva da questo nulla che angoscia noi grandi che abbiamo più strumenti, figuriamoci loro;
17) se non hai fatto almeno 100.000 chiamate alla tua famiglia lontano 1000 km o anche solo 13, che tanto in questo momento è uguale; sognato di abbracciarli, di stringerli, magari di abbandonarti ad un pianto sulle loro spalle, anche se di anni ne hai più di 40, perché hai avuto paura, per loro, per te, per tutto, e perché a qualunque età e qualunque sia il rapporto facile o difficile che hai con loro, ti mancano da morire;
18) se quelle 100.000 chiamate non le hai fatte anche con le tue migliori amiche, su Skype o whatsapp, organizzando aperitivi, fingendo un'apparente normalità con l'angoscia dell'assenza fisica, ma sentendo che in fondo le amicizie vere ci sono sempre e comunque, e chiudendo quelle video chiamate con un sorriso in più, che ti permetteva di terminare la giornata andando a letto più serenamente;
19) se non hai letto tutti i libri che avevi in casa accumulati per periodi di tempo libero, che pensavi non sarebbe mai arrivato, e non ne hai pure ordinati altri online, che forse è stata una delle cose migliori per ossigenare il nostro cervello;
20) se non ti sei improvvisato esperto di Yoga o meditazione, non hai seguito qualche Guru del mestiere o non ti sei allenato con una palestra improvvisata in casa, sperando di smaltire i 100 kg accumulati con tutto quel pane e quella pizza fatti in casa e di "tenere botta" psicologicamente;
21) se non hai pensato che fosse il momento giusto per tirare fuori dal cassetto qualche vecchio hobby dimenticato e non hai permesso alla tua creatività di farsi strada, nel vuoto lasciato dai mille impegni quotidiani;
22) se non ti sei fatto almeno una volta la tinta in casa per poter coprire i capelli bianchi, tagliato i capelli a figli e mariti, con risultati a dir poco imbarazzanti (per loro) e capito quanto vuoi bene alla tua parrucchiera ed estetista;
23) se non hai cercato di sdrammatizzare nelle varie chat di classe, di amiche e di famiglia i momenti più bui con battute e scherzi, che si sono moltiplicati su internet in questo periodo;
24) se non hai seguito o fatto almeno una diretta su Instagram a seconda del ruolo che hai (utente o influencer), che poi alla fine non si sa più che cosa dire e che cosa fare, ma se non le fai o non le segui, non sei al passo con il tempo della quarantena;
25) se non hai partecipato almeno una volta ad iniziative lanciate per farci sentire più uniti e speranzosi: musica dal balcone (Inno di Mameli in primis), cartelli "andrà tutto bene" (che dopo un po' ti veniva da fare gli scongiuri), applausi in cui ti trovavi da solo alla finestra a battere le mani con qualche vecchietto, che ti guardava stranito: in fondo dipende moto dal quartiere in cui vivi, dalla sua età media e da quanto qualcuno invece voleva non pensare ogni cinque minuti a queste iniziative che facevano pensare, riflettere e commuovere a volte troppo;
26) se non hai creduto almeno per cinque minuti ad una delle varie tesi complottiste, che si sono susseguite in questi giorni su internet;
27) se non hai seguito tutti i giorni i dati alle 18:00 davanti alla televisione, sperando che quelle maledette curve andassero giù;
28) se non hai ammirato la nostra Madre Terra che, libera di noi, mentre migliaia di essere umani non riuscivano più a respirare, lei ha cominciato ad ossigenersi e a rallentare il suo battito cardiaco quasi con un sospiro di sollievo; gli animali si sono ripresi le strade, le città, i mari e prati e sembrano volerci dire, che non hanno poi così bisogno di noi, anzi, e che forse questo ci dovrebbe far riflettere, ma tanto;
29) se non hai inveito contro errori madornali, che non hanno portato a piccole conseguenze, ma a migliaia di morti, sempre e solo per questioni di potere, immagine, soldi e politica;
30) se non hai pregato a modo tuo, rivolgendoti a chiunque per te ci sia (se c'è nel tuo cuore), ascoltato le parole del Papa, guardato quella piazza davanti a San Pietro, vuota sotta la pioggia alla sera, con un cuore gonfio di lacrime e speranza allo stesso tempo;
31) se non hai avuto paura, non hai pianto, sospirato, nascosto le lacrime e le paure ai tuoi bambini o ai tuoi famigliari davanti a notizie terribili, ad immagini che hanno superato ogni più orribile fantasia, davanti a realtà che sono state davvero strazianti;
32) se non hai chiesto aiuto, a qualcuno che ha messo il suo tempo a disposizione per te, per il tuo benessere psicologico, per poterti permettere di adattarti a questa fase e di superarla, pronto a ripartire più grintoso che mai;
33) se non hai pensato almeno una volta di comprare un cane o di essere più bravo nella raccolta differenziata, solo per aver un motivo in più per uscire pochi minuti in più in queste giornate di sole di primavera;
34) se non hai fatto promesse che non potrai mantenere, come quella di non lamentarsi mai più del tuo lavoro o dei troppi impegni quotidiani, purché tutto tornasse alla normalità nel più breve tempo possibile;
35) se non hai eliminato qualche amico da Facebook o da altri social, perché hai capito cosa sono le cose davvero importanti per te le persone che vuoi davvero frequentare e seguire, nella vita vera come in quella virtuale;
36) se non hai cominciato a seguire almeno un divulgatore scientifico sui social, a leggere di virologia, immunologia tanto che nemmeno Piero Angela ora ne sa quanto te;
37) se non hai fatto almeno una donazione a qualche raccolta fondi per enti benefici, per gli ospedali, per aiutare, perché ti sentivi impotente di fronte a questa grande tragedia e almeno quello ti faceva sentire utile;
38) se non hai avuto o hai voglia di uno, cento mille abbracci, di quelli lunghi almeno 30 secondi e stretti stretti che non ti lasciano respirare;
39) se non hai sperato che da questa situazione ne usciremo diversi, cambiati, migliorati;
40) se non hai capito che sarà così solo per chi già aveva in sé il seme del cambiamento e la voglia di farlo germogliare e che ha colto questa occasione per riflettere, sui grandi temi esistenziali, sulla sua vita e sul suo futuro. Ma che anche questo, pur sembrando poco, sarà sufficiente per creare un'onda di cambiamento che influenzerà sempre più persone.
Vi voglio bene!