martedì 17 luglio 2012

Le stringhe





L'essere sposati con un marito di origine Viareggina presenta anche vantaggi culinari, oltre i mille altri che non posso citare, per non fargli montare troppo la testa. In questo caso i vantaggi sono rappresentati dal fatto che posso frequentare Viareggio, non appena gli impegni in “città” ce lo permettono e posso gustare la superba cucina toscana. In particolare mia suocera è fonte di innumerevoli nuove ricette, che poi mi diverto a rifare e a inserire nel mio bagaglio culturale. Inoltre acquisto un sacco di informazioni nuove anche su ingredienti sconosciuti nella vicina Emilia.
Una di queste nuove conoscenze, risale alle mie prime frequentazioni viareggine di ormai qualche anno fa e sono le cosìddette “stringhe”. Le stringhe, che prendono questo nome dalla loro forma e lunghezza, sono dei fagiolini di colore verde scuro, sottili e lunghi come le stringhe (lacci) delle scarpe, appunto. Hanno  un sapore completamente diverso dai fagiolini a cui siamo abituati, direi più amaro ed intenso. Si trovano solo nel periodo di metà/fine luglio, tanto è vero che sono anche dette “fagiolini di sant'anna” (Sant'Anna ricorre infatti il 26 di luglio) e sono una coltivazione soprattutto Toscana, in particolare della zona di Lucca.
So che nell'era della globalizzazione, dove mangiamo sushi anche a Castelnuovo Rangone (piccolo paese in Provincia di Modena), ci si aspetta di trovare qualunque ingrediente in qualunque supermercato si vada a far la spesa, e ammetto che anche a me piace godere di questa varietà. Penso però che conservi un suo grande fascino il fatto di poter visitare un luogo, magari per la centesima volta, perchè lì e solo lì, in quella stagione, tu trovi quel sapore, quel profumo, quel ricordo... Il cibo si lega al luogo e il luogo al cibo, così come l'esperienza del gusto a quella della vista e della visita in un indissolubile insieme si sensazioni appaganti.
Navigando sul web ho trovato alcune ricette, che si assomigliano un po' tutte, poiché la tradizione locale vuole che il miglior modo di gustare le stringhe sia in umido. Io mi faccio portavoce della versione di mia suocera che qui vi racconto.

Ingredienti per 4 persone:

2 mazzetti di stringhe
sedano, carota e cipolla
4 o 5 pomodori maturi (a seconda del vostro gusto. In caso di fretta va benissimo anche la passata di pomodoro)
olio extra vergine d'oliva
vino bianco
sale e pepe

Preparazione:

La preparazione è alquanto semplice.
Preparate un trito di sedano (1 costa verde), 1 carota e mezza cipolla. Spellate e private dei semi i pomodori.
In una casseruola (lo so che è un termine un po' antiquato, ma ci sono delle pentole che a mio parere si possono chiamare solo così: quelle con i bordi alti e due manici) mettete un filo d'olio, il trito precedentemente preparato, i pomodori e le stringhe, private delle estremità e tagliate a metà per poter essere meglio mangiate. Accendete il fuoco medio e non appena cominceranno a sfrigolare, sfumate con il vino bianco e lasciate evaporare. Aggiungete acqua fino a coprire il tutto e fate cuocere a fuoco basso finchè non si sarà ritirato tutto il sugo. Aggiustate di sale e pepe a piacere.




In versione piatto unico

Le stringhe sono ottime come contorno, ma la vera delizia a mio parere è la loro preparazione in versione piatto unico.
Alla ricetta sopra descritta è necessario aggiungere, per quanto riguarda gli ingredienti, 1 fettina di vitello (anzi di vitella come si dice in Toscana) per ogni commensale.
La fettina di carne va fatta rosolare in padella per pochi minuti, tagliata a straccetti e poi aggiunta insieme a tutti gli altri ingredienti nella preparazione delle stringhe. La carne in questo modo cuocerà lentamente insieme alle verdure, assumendone tutto il sapore e a sua volta aggiungendo il suo e diventando tenera e morbida.

Se passate da queste parti, non fatevi mancare l'esperienza di provare questo piatto.

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