Viviamo in un mondo in cui ogni giorno ci dicono cosa ci fa male mangiare: carne, latticini, zucchero, grano, ecc...
Viviamo in un mondo in cui tutto quello che mangiamo ci fa male, perché coltivato con pesticidi, erbicidi, fitoestrogeni o allevato in condizioni a dir poco indegne, nutrito con scarti e imbottito di antibiotici, ecc...
Io non sono vegetariana e penso che, come il leone può e deve mangiare una gazzella, io una volta ogni tanto posso anche mangiare un pollo o una mucca. Ma sono per l'uso dell'intelligenza e dell'umanità e mi sono francamente stancata di non sapere più come muovermi in un mondo governato solamente dal profitto, che fa passare in secondo piano la qualità e la salute.
Non sono nemmeno un medico e non posso dispensare consigli su cosa è bene mangiare e su cosa no, ma credo che una "decrescita felice" applicata anche al nostro modo di fare la spesa sia ormai imprescindibile. In un mondo come il nostro, dove è il mercato a governare il cervello dei nostri governanti, cerchiamo di essere partecipi e principali attori del cambiamento. Chiediamo cibo sano, biologico, coltivato nel rispetto della nostra amata terra, che faccia bene a noi e ai nostri figli e che possa lasciare loro una terra ancora sana da coltivare. Facciamo aumentare la domanda delle cose sane, affinché costino meno, perché non si può spendere così tanto per mangiare in modo sano.
Tutto questo nasce da una coscienza green che mi perseguita da qualche anno e da una gastrite cronica che mi tormenta da sempre. Ho trovato un medico in gamba, che mi ha costretto a fare due mesi di sacrifici attraverso una "dieta", che non vi starò a raccontare, perché tarata su di me personalmente, come dovrebbero essere tutte le diete. Mi ha costretto però a sperimentare quanto quello che mangiamo sia davvero influente sul nostro benessere e sulla nostra energia: mi ha costretto a constatare che il mio palato può sentire gusti nuovi e apparentemente strani ed imparare ad apprezzarli . Il mio palato non è più tornato come prima: ora si accorge se un cibo è genuino o pieno di additivi e conservanti e chiede cose diverse da prima. È come se mi fossi disintossicata e ora riuscissi davvero ad ascoltare di più le esigenze del mio corpo. Non è stato facile e non lo è sempre, ma è un percorso molto interessante.
Questo plumcake è uno dei tanti esperimenti: ottimo per la stagionalità della frutta e perché non contiene zucchero. Adatto per la colazione e la merenda dei grandi e piccoli.
Ingredienti:
3 uova
100 g di farina di farro integrale
90 g di farina di cocco
1 bustina di lievito per dolci
130 g di sciroppo d'agave
130 g di ricotta
200 g di fragole
Preparazione:
Montate le uova intere con lo sciroppo d'agave usando una planetaria o un frullino elettrico.
Mescolate insieme la farina di farro e quella di cocco insieme al lievito e aggiungetene metá al composto di uova, mescolando per bene. Incorporate la ricotta e infine il resto degli ingredienti secchi.
Lavate e tagliate a spicchi 2/3 delle fragole e amalgamatele delicatamente all'impasto.
Versate il composto in uno stampo da plumcake rivestito con la carta da forno e aggiungete le fragole tenute da parte, tagliate a spicchi, sulla superficie.
Infornate in forno caldo a 180 C per circa 45 minuti.
Nessun commento:
Posta un commento